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Cultura/Ricette
Autore:Administrator
300 grammi di zucchero 350 grammi di farina 1 bustina di lievito 1 bustina di vanillina 150 grammi di burro 6 uova 1 scvatola di amaretti pinoli a piacere, ma è buona anche senza un oizzico di sale Mettere in una zuppiera la farina, lo zucchero, il lievito, la vanillina e il pizzico di sale. Sbattere i turli d' uovo e aggiungerli agli ingredienti nella zuppiera. Sciogliere il burro e aggiungerlo all' impasto mescolando il tutto. stendere l' impasto in una teglia imburrata. A parte montare i bianchi a neve ben ferma, tritare gli amaretti e aggiungerli ai bianchi, aggiungere anche un bicchierino di amaretto di saronno o altro liquore e mescolare il tutto. Mettere il miscuglio sopra l' impasto nella teglia e cospargere di pinoli. Viene meglio se il secondo strato sta distante un centimetro dal bordo della teglia. Infornare in forno preriscaldato a 180°C per 45 - 50 minuti. postata da Flavio
Venerdì 03 Giugno 2011 | 3016 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
52. Torta di riso In primo piano
Cultura/Ricette
Autore:Administrator
ingredienti : 1 litro di latte 10 o 12 uova intere 300 gr. di zucchero vaniglia sale scorza di arancia e limone chicchi di caffè cannella 100 gr. di riso caramelle alla menta liquore: Strega, Maraschino,Sambuca Archemes. preparazione Imburrare una teglia aggiungere il caramello e lasciare raffreddare In una pentola cuocere il riso in metà acqua e latte, con sale e caramella di menta Scolarlo e adoperare sopra al caramello Poi far bollire il latte con chicchi di caffè e buccia di limone, arancia e cannella Sbattere in un recipiente le uova lo zucchero, la vaniglia, il sale e i liquori. Aggiungere il latte e sbattere il tutto. Ricoprire la tortiera di questo impasto cuocere per 1ora e 15 minuti a 160°. Servirla fredda. variante: Al posto del riso provare a mettere il Farro. consiglio: Il farro prima di cuocerlo non deve essere messo a bagno. Ricordate sempre che in tutti i dolci ci va messo il sale Nicochef"
Venerdì 03 Giugno 2011 | 5072 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Cultura/Personaggi
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Umberto Dazzi, ad Avenza, potrebbe sembrare un nome come tanti. Ma di Umbè d'l'Avenza, detto anche Ngalopide, ce nè uno solo. Classe 1967, Umberto è il vincitore della gara di soprannomi indetta dal portale www.avenza.it, piazzando il proprio pseudonimo al primo posto, con una manciata di preferenze in più rispetto al secondo classificato. Lavoro nell'ambiente del marmo ci spiega Umbè, ma scambiando quattro chiacchiere informali al Caffè Lavenza (di cui è quotidiano frequentatore), emergono caratteristiche che lo rendono personaggio a pieno merito. Fin da ragazzino, ultimata la scuola, ha sempre dimostrato una particolare inclinazione verso tutto ciò che è arte creativa, con specifica predilezione verso la pittura a olio e la scultura, tanto da creare (diversi anni fa) un laboratorio-studio nella Piazzetta delle Erbe, cuore e simbolo della Carrara storica. Ed è proprio nel suo studio, attraverso la collaborazione con artisti e studenti dell'Accademia, provenienti da ogni zona della Toscana, che nasce il soprannome Umbè d'Avenza, come identificativo del luogo di provenienza del nostro artista. Un po' come Leonardo da Vinci scherza con intelligente ironia Umberto, dimostrando una modestia che valorizza ancor di più il risultato della propria passione. Oltre alla pittura e alla scultura, Umbè d'Avenza ama trascorrere il proprio tempo libero assieme ad un buon libro, preferendo classici o manuali; mentre non ha nulla da spartire con il calcio, verso il quale nutre una sincera repulsione (si stupisce, infatti, di come il quotidiano più letto in Italia sia proprio la Gazzetta!). Umbè d'Avenza, insomma, è uno dei nostri; una persona positiva che ha le radici nella terra della quale va fiero, proprio come del soprannome, con cui è diventato di diritto il Personaggio del Mese di Agosto. di David De Filippi
Venerdì 03 Giugno 2011 | 3564 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Cultura/Libri su Avenza
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Autore Franco Menconi Francesco Rossi Editore Prima edizione Marzo 1999
Venerdì 03 Giugno 2011 | 3507 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Cultura/Ricette
Autore:Administrator
1 patata 1 uovo olio pepe nero si prende una grossa patata, si pela e si taglia un pezzo ad una estremità , si scava l' altro pezzo realizzando un buco capace di accogliere un uovo, si rompe l' uovo e si inserisce nella patata, si rimette il tappo che avevamo tagliato e si avvolge con carta stagnola, si mette nella brace oppure in forno facendo cuocere per il tempo che ci vuole a cuocere la patata. Insaporire con olio crudo e una spruzzatina di pepe nero a chi piace. postato da Kaa
Venerdì 03 Giugno 2011 | 2986 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Cultura/Personaggi
Autore:Administrator
Veraldo Bianchi, conosciuto da tutti come Verà, è rimasto uno dei pochi veri artigiani della nostra zona.Il suo negozio racconta storie di vita lunghe ottant'anni, durante i quali Verò è sceso da Carrara  o più precisamente dallo Stabbio per mettere le radici in quel di Avenza. La sua bottega di calzolaio, sita a pochi passi dalla zona Centrale, è aperta sempre. E dicendo sempre, intendiamo assolutamente sempre! Gli yuppies degli anni ottanta sbandieravano conoscenze di marketing sostenendo che l'orario continuato, assieme alla non-chiusura degli esercizi nei giorni festivi, fosse la chiave risolutrice dei problemi del commercio. Veraldo Bianchi, classe 1923, arrivò a questa soluzione fin dai primi anni Sessanta, quando aprì il fondo in via Giovanni Bosco senza chiuderlo più! Infatti, di buon'ora, lo si può trovare dietro al bancone mentre litiga con un paio di stivali a punta, solo perchè non sono più fatti come quelli di una volta! A mezzogiorno in punto, stacca per il pranzo, ma dopo circa un'ora è di nuovo al suo posto, alla guida della macchina da cucire. Con una puntualità maniacale. Si sa, tutti gli orologi del mondo si basano sull'ora dettata dal meridiano di Greenwich. Ma quali riferimenti prende, l'ora di Greenwich, per essere impeccabile? Sicuramente osserva l'apertura e chiusura della saracinesca di Verà, affidabile tanto quanto un cronografo digitale di ultima generazione! Iniziò l'attività  giovanissimo, rubando il mestiere ad un calzolaio che abitava vicino alla casa della sua famiglia. Abituato ad aiutare il padre in piccoli lavori manuali, non trovò difficoltà ad apprendere i rudimenti del lavoro artigianale attorno a pelli e cuoiami del vicino di casa, afferrando così i segreti di quel lavoro. Segreti che diventarono presto suoi, lavorando nell'officina di Billi (azienda avenzina che dava lavoro a buona parte del paese) e passando per la Germania, dove si specializzò nell'arte di tagliatore. Nel 1965, si trasferì nell'attuale fondo-ufficio-bottega, e adesso ricorda con malinconia i tempi in cui si stava meglio, anche se si stava peggio; tempi in cui il boom economico degli anni Sessanta non invogliava a riparare le scarpe, che venivano gettate via al termine della stagione di utilizzo. Ora, Verà, vive i suoi ottant'anni con ruspante energia: estate, inverno, sole o pioggia, non abbandona il fedele motorino che non manca di lanciare a manetta, ma specifica  solo quando la strada è libera! Passando di fronte al negozio, non è difficile trovarlo coinvolto in accese discussioni, soprattutto se si sfora in argomenti dal sapore politico. Verà, insomma, è un simbolo di quell'Avenza che viene dal passato; quasi una figura senza tempo, perché è sempre stata lì, perchè sai che c'è. Un simbolo sanguigno e tenace del secolo che non c'è più, ma che resta aggrappato a noi nella testimonianza di gente come lui, che ha vissuto e costruito la vita di Avenza. Il suo è un personaggio che ha l'aroma rude del cuoio lavorato da mani sapienti, mani che stringiamo con affetto, augurando al loro possessore uno splendido, ottantesimo compleanno! di David De Filippi
Venerdì 03 Giugno 2011 | 3737 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Cultura/Dialetto
Autore:Administrator
La Via Francigena varcava lo spartiacque appenninico entrando nel mondo mediterraneo non lontano dall'attuale valico della Cisa (o Via di Monte Bardone, dall'antico Mons Longobardorum), e andava verso il mare seguendo il corso del fiume Magra. La Val di Magra è tutt'oggi fulcro di importanti nodi stradali e ferroviari, e ha mantenuto integre le sue bellezze: castelli di diverse forme architettoniche, pievi romaniche, borghi murati ancora ben conservati e ricchi di fascino. Tutta la Valle, compresa fra le province di Massa Carrara e La Spezia, offre riposanti paesaggi con verdi boschi e fiumi dalle limpide acque fino al mare, dove ad un litorale sabbioso a sud si contrappone a nord la costa impervia, frastagliata e suggestiva con borghi medievali, quali Portovenere e Lerici, e gli incantevoli vigneti delle Cinque terre a strapiombo sul mare. Attraversato il passo la strada giungeva a Montelungo dove il Monastero di S. Benedetto, oggi distrutto, offriva ospitalità. Si scendeva quindi a Pontremoli, importante centro della Lunigiana, terra dei Liguri Apuani, dove, nella chiesa di S. Pietro, ancora oggi si conserva il "labirinto", simbolo dei pellegrinaggi diretti in Terra Santa. Oggi Pontremoli è una tranquilla cittadina con numerose emergenze storiche ed architettoniche: palazzi barocchi, chiese, caratteristici ponti sul ghiaioso Magra, e conserva, nel castello del Piagnaro, diverse statue stele o menhir, lastre di pietra o stele funerarie con scolpite sembianze umane stilizzate. La strada giungeva poi a Filattiera, con la pieve romanica di Sorano ancora visibile, e quindi Villafranca, ove si riscuotevano i pedaggi sulla Via Romea. La Francigena costeggiava la Magra e giungeva ad Aulla, quindi entrando in provincia della Spezia a Santo Stefano Magra, di origine antica, che conserva ancora tratti delle mura medioevali: da qui subito si raggiungeva Sarzana. La Via Romea si dirigeva poi verso Luni, città  di origini romane, che fu importante porto da cui partivano i marmi per Roma; poco lontano era il porto di S. Maurizio, ove si imbarcavano i pellegrini diretti a Santiago di Compostela. A Luni interessante da visitare sono il Museo archeologico e i resti della città  romana: il foro, la casa degli affreschi, l'anfiteatro. Passando poi per Avenza, in prossimità  di Carrara, la Via raggiungeva Massa, dove, in località  S. Leonardo al Frigido, a pochi chilometri dalle assolate spiagge della riviera apuana, vi era un grande borgo (ancora oggi vi è una chiesa) con un ospedale dei Cavalieri gerosolimitani di S. Giovanni. Imponenti si stagliavano le pareti delle Apuane, famose per le cave di marmo che fornirono anche a Michelangelo i blocchi per le sue opere.
Venerdì 03 Giugno 2011 | 3640 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Cultura/Libri su Avenza
Autore:Administrator
I testi sono di Pietro di Pierro le riproduzioni fotografiche di CINEFOTO BRIZZI - Avenza. Copyright Anspi Avenza Prima edizione novembre 1996 L'Ecoapuano Editore
Venerdì 03 Giugno 2011 | 3323 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Cultura/Ricette
Autore:Administrator
aglio 2 cipolle bianche olio di oliva farro dado In una casseruola si pone aglio a pezzetti, abbondante (1 o 2) cipolla bianca tagliata a fettine fini, olio di oliva Extravergine e fare soffriggere fino ad imbiondimento, aggiungere un pezzetto di dado (secondo gusti) e allungare con acqua. Aggiungere farro fino a formare un piccolo cono che arriva al livello del brodo. fare spiccare il bollore, chiudere con un coperchio e spengere il fuoco. preparata alla sera è pronta il giorno dopo e si è cotta da sola. Scaldare e servire con o senza parmigiano. postato da Kaa
Venerdì 03 Giugno 2011 | 3218 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Cultura/Ricette
Autore:Administrator
Pulire bene le cozze, lavarle e lasciarle scolare in un colino. Fare un fondo di aglio, peperoncino e prezzemolo tritati e olio. Fare rosolare e bagnare con vino bianco; aggiungere i pelati passati e far cuocere per qualche minuto, aggiungere i muscoli e coprire con un coperchio. La zuppa sarà pronta quando tutte le cozze saranno aperte. Servire con crostino di pane strofinato con aglio Nicochef
Venerdì 03 Giugno 2011 | 4058 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione

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