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Venerdì 23 Novembre 2012 | 2757 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Storia/Storia di Avenza
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"...Una formella quattrocentesca con lo stemma di Avenza (una mezzaluna)" con queste brevi parole la Guida di Carrara di Bizzarri e Giampaoli (1932), descrive l'antica arme scolpita sulla facciata della parrocchiale di S. Pietro. In realtà  questo bassorilievo, è testimone di quella lunga pagina di storia che è stata il dominio dei vescovi di Luni; uno dei simboli, insieme al crocifisso ligneo del XII secolo che la tradizione dice trasportato da una chiesa lunense, dell'antica appartenenza del paese, sebbene sia ancora misterioso il loro arrivo. Avenza nel medioevo fa parte del territorio metropolitano di Luni e la chiesa di S. Pietro ne costituisce la più importante chiesa capitolare, erede dell'omonima basilica fuori le mura. Anzi alla fine del XII secolo, il borgo, diventa fulcro di un'azio­ne contrastante la nascente realtà  comunale di Carrara: la fondazione di un "borgo nuovo" vicino al mare e all'acqua dell'Avenza, con la quale si cerca di incrementare il "borgo vecchio" per controbilanciare l'espandersi della città  marmifera. Anche dopo il 1204, quando la chiesa di S. Pietro è ceduta ai canonici di S. Frediano di Lucca, già  detentori di S. Andrea in Carrara ( formando un'unica vicaria), i vescovi promulgheranno tutta una serie di atti tesi ad affermare la loro sovranità  sul territorio, continuamente messa in dubbio: importante è la riaffermazione della competenza vescovile sul "pedagium Aventiae". E' significativo poi che il primo statuto di Carrara venga promulgato nel 1235, proprio nella chiesa di Avenza. Il potere vescovile, progressivamente svuotato, termina nel 1313, con l'esautorazione da parte dell'imperatore Enrico VII. Tornando allo stemma e simbolo dell'autorità lunense, deve essere inquadrato in questa serie di eventi storici, piazzato lì a ricordare l'appartenenza del borgo; la sua datazione alla luce di quanto esposto, sembra quindi doversi spostare ad almeno un secolo prima rispetto a quanto asserito da alcuni La sua simbologia ha radici nell'antichità romana, potendo ravvisare una certa somiglianza con "l'emblema di Diana per dirla con Reperti; esso è raffigurato su alcune formelle rinvenute a Luni nel XVIII secolo e riprodotte da V.e P.Vinzoni quali simbolo della Dea Luna protrettrice della "Splendida Civitas". Nel medioevo diventa simbolo della città , del potere dei suoi vescovi e dell'intera diocesi. E' poi recepito negli stemmi di vari Comuni della zona e perfino nell'arme di qualche ramo malaspiniano; appare ancora come simbolo della Lunigiana storica sulle stampe settecentesche e finisce poi in capo agli stemmi delle province di La Spezia e M Carrara. La mezzaluna di Avenza o "crescente montante" secondo la terminologia araldica, ha le punte che tendono a riunirsi e la sfaccettatura su due piani; per il colore in mancanza di notazioni grafiche sarebbe da considerarsi "al naturale": argento in campo azzurro. Si potrebbe osservare che Carrara, già  sede vescovile (in Vezzala), con il suo marmo "lunense" ed il porto, è l'erede naturale di Luni e, quindi, potrebbe fregiarsi del suo emblema ma nei secoli questa eventualità  non si è mai verificata (nemmeno vi si è pensato nei dotti studi e ricostruzioni più o meno recenti); diciamo che la gelosa affermazione dell'autonomia comunale si è espressa a nche attraverso i simboli (l'unica mezzaluna trovata nel centro storico, è su un capitello abbandonato nei pressi del Duomo di destinazione ignota ed oggi conservato al Museo Civico del Marmo). I simboli, c'è da dire, sono soggetti alle mode; ad esempio nel 1848 quando la frazione di Avenza (con la sua Marina) si erige in Governo provvisorio dandosi in protettorato a Carlo Alberto di Savoia e staccandosi da Carrara, assume come emblema la fortezza su cui sventola il tricolore con lo scudo sabaudo. Detta bandiera è imposta anche alla flottiglia locale, la Bandiera italiana d'Avenza, come è chiamata con orgoglio per distinguerla da quella con stemma lorenese alzata a Carrara e a Massa. I valori risorgimentali avevano pesato in maniera determi­nante sulla scelta, peccato che pochi anni dopo, il "simbolo" della fortezza, venduto dallo Stato italiano ai demolitori, abbia trovato pochi difensori e toccasse al tedesco Mommsen salvare il salvabile. Oltre un secolo più tardi troviamo ancora la fortezza (ormai ridotta ad un solo torrione) accollata ad un'ancora nella proposta di stemma del mancato comune di "Marvenza". Splendori e miserie dei simboli! Ma l'ottocento è anche il secolo delle riscoperte delle antiche origini: il nome Avenza nei primi del secolo è definitivamente restaurato in luogo del volgare medievale "Lavenza" (nato dalla conglutinazione dell'articolo). Gli storici Gerini e Sforza riordinano le notizie circa gli uomini illustri del piccolo borgo: Giovanni De Rossi (prelato del '500) e Giovan Pietro d'Avenza (umanista del 1400) mentre il Repetti ricorda come il fiume principale che scorre attraver­so la città di Carrara e il piccolo borgo, non si chiamasse Carrione ma Avenza (il "Flumen Aventia" della Tabula Peutingeriana) ed infine il canonico Pietro Andrei in un manoscritto ricorda la mezzaluna sulla facciata della chiesa, tra i "monumenti" di Avenza. In seguito anche alcuni privati lo riproduranno come arredo: il proprietario del cinema l'Arena lunense, lo adotta come insegna del proprio locale . Si recupera quindi la "lunensità" di Avenza nell'immaginario collettivo che si manifesta nel detto popolare "Avenza avanzo di Luni" (con vari accenti più o meno polemici). Oggi infine, l'antico stemma trova posto sul dipinto curato dall'Accademia di Belle Arti, nella sala della Circoscrizione n. 4 ad Avenza. A prescindere dal successo dell'opera (ai posteri 1'ardua sentenza), è positivo che i due stemmi di Carrara e di Avenza compaiano accoppiati non più nell'antica contrapposizione tra potere vescovile e libero comune e neppure nella più moderna Carrara accentratrice versus Avenza e Marina autonomiste, ma piuttosto come proposta di una nuova simbologia araldica per la città, che recuperi in qualche modo parte delle sue radici che, proprio Avenza, la più polemica delle sue frazioni, le offre.
Venerdì 03 Giugno 2011 | 4514 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Storia/Storia di Avenza
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Oltrepassato il ponte sul torrente Carrione (il Flumen Aventia della "Tabula Peutingeriana") il torrione della fortezza di Avenza,attribuita a Castruccio Castracani, ma ampliata successivamente,accoglie i visitatori dell'antico borgo citato anche dal Petrarca di ritorno da Avignone. Era punto strategico e passaggio obbligato per chi percorreva l'itinerario costiero tirrenico. E' ancora riconoscibile il tracciato delle antiche mure grazie a una torre d'angolo, accanto alla casa castellana, e la porta del borgo murata incuneato nelle palazzine settecentesche innalzate sul fossato. La chiesa di San Pietro, anche se l'impianto risale al XVII secolo, e' una delle piu' antiche del comune di Carrara. lo stemma dei Vescovi di Luni indica, in facciata, l'antica appartenenza. Presso di essa esisteva l'ospitale di Sant'Antonio che si ritiene fondato dagli abati di Sant'Antonio di Vienne nel Delfinato. Qui' un ospedaliere dava soccorso ai pellegrini, agli infermi bisognosi e raccoglieva i trovatelli lasciati sulla strada. All'interno, sullo stipite del portale della chiesa medievale oggi murato in un pilastro dell'orchestra, sono ancora visibili le tracce dei pellegrini: dei graffiti con monogramma di Cristo. La chiesa conserva un prezioso crocefisso tardo medievale che la tradizione dice provenire da Luni. E' considerato miracoloso.I viandanti beneficiati chiedevano si cantasse il Te Deum al suo cospetto. Un tempo esisteva la "confraternita del Crocefisso" per l'assistenza ai devoti. Dell'antica chiesa si conservano un'icona marmorea gotica della Madonna con Bambino, un tabernacolo, sempre gotico, nel battistero e una lunetta in marmo con Cristo risorto tra gli angeli(sec.XV) sull'ingresso del cortile della canonica. Interessanti le stratificazioni cinquecentesche all'interno: oltre al fonte battasimale e a una acquasantiera, una serie di sculture erratiche attribuite alla bottega postuma di Bartolomeo Ordonez (Pietro Aprile, Giovanni da Fiesole, Girolamo Santacroce) destinate alla Spagna e rimaste allo scalo di imbarco: S.Pietro, S.Marco, S.Antonio Abate, Madonna con Bambino oltre a due nicchie a conchiglia con figure della Speranza e della Carita' (sul portale). Il San Francesco in una delle due nicchie e' copia moderna. Pregevoli anche gli arredi barocchi: il pulpito, l'altare maggiore, del Crocifisso e di S.Antonio (modificato nel 1932) Le navate laterali sono frutto di un allargamento avvenuto nell'ottocento a spese dell'Ospedale e della Canonica.Sono dell'epoca gli altari neoclassici delle absidi laterali ed una figura femminile in bassorilievo di una sepoltura; ottocentesco anche l'organo (Serafino Paoli da Empoli 1852) e il concorto a tre campane (1869-1870).Alcuni interventi discutibili di ristrutturazione avvennero tra le due guerre con la collocazione di statue di legno gardenesi nell'altare dell'Addolorata e di S.Antonio (e con rimozione della pala dei SS Antonio ed Erasmo, oggi esposta nel transetto) Nel maggio 1944, un bombardamento danneggio' gravemente l'edificio. Del periodo della ricostruzione sono le pitture sulle volte di dante Antoni, e l'ancona del purgatorio di Ettore Paganini >>>>>> Pietro Di Pierro
Venerdì 03 Giugno 2011 | 4174 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Storia/Storia di Avenza
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La via Francigena,Franchigena,Francesca,Romea o Romana,piu' che un tracciato preciso seguiva un percorso,piu' che una strada era un intreccio di strade che,tuttavia avevano alcuni punti fermi di riferimento. Uno di questi era Avenza situata a meta' strada tra Luni e san Leonardo al Frigido (nel comune di Massa) A PONENTE di AVENZA l'antico tracciato della consolare Aemilia Scauri tirava diritto su Luni, piu' o meno sulla moderna via Campo d'Appio, declassata a stradello rurale nel Medioevo ma rivalutata e rifatta negli ultimi anni. Con l'impaludarsi della piana abbandonata,infatti ,si sposto' a monte nel tracciato attuale della via provinciale Avenza-Sarzana e sara' poi usata come via postale nell'evo moderno. Finche' Luni vivra' (XII secolo), continuera' comunque verso di essa con quella diramazione che oggi e' via del Parmignola ma sara' definitivamente declassata con l'affermarsi di Sarzana come nuovo centro di riferimento e sede vescovile. I due tratti ( che si dipartono all'altezza di Viale Galilei) sono quasi parelleli vicino all'odierno confine ligure, ma quello per Sarzana corre su un piano di terreno piu' alto scelto perche' meno soggetto agli allagamenti.Due ponticelli (di cui uno ancora in piedi l'altro distrutto nel 2000) testimoniano il curioso andamento.
Venerdì 03 Giugno 2011 | 14249 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione | Leggi tutto
Cultura/Ricette
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Baccala' messo a bagno per 2 giorni gr200 Aceto di vino bianco Pomodori maturi aglio origano salvia 3 cipolle rosse un pizzico di panna olio extra vergine d'oliva. Tagliare il Baccalà  a pezzi farlo rosolare in una padella a fuoco forte Sistemare il Baccalà  in una pirofila Fare un trito d' aglio, rosmarino, salvia e olio aggiungere le cipolle rosse tagliarle a Julienne fare rosolare per circa 6minuti Bagnare con aceto di vino bianco e lasciar evaporare Aggiungere i pomodori il sale e il pepe lasciare cuocere per circa 10 minuti Ricoprire con la salsa il Baccalà  servirlo il giorno dopo a temperatura ambiente . Dosi per 4 persone NICOCHEF
Venerdì 03 Giugno 2011 | 3366 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Storia/Storia di Avenza
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Durante la prima guerra d'indipendenza le città  di Massa e di Carrara, cacciati gli estensi optano per l'unione al Granducato di Toscana, Avenza (e la sua Marina) invece, decidono l'unione al Regno di Sardegna. Si forma un governo provvisorio che, tra le varie competenze, si arroga anche quella di dare bandiera ai bastimenti che fanno capo alla "sezione di Avenza": si tratta del tricolore con stemma sabaudo adottato da Carlo Alberto, ma i governanti provvisori, per distinguerlo da quello con stemma granducale in uso a Massa e a Carrara, con un punto d'orgoglio lo denominano "Bandiera italiana d'Avenza". Non è stato possibile rintracciare l'atto ufficiale, ma che si tratti della nuova bandiera del Regno di Sardegna lo si deduce da una lettera di C. Triscomia in cui parla di "sabaudo vessillo" inalberato dagli avenzini inoltre, dal fatto che viene raffigurato sui timbri sventolante sulla fortezza, assunta a simbolo del Governo Provvisorio, infine va da sè che è sempre opportuno presentarsi ai porti mediterranei coperti da bandiera riconosciuta. Qualche dubbio rimane sul fatto se lo scudo abbia o no il bordo azzurro, si può presumere tuttavia che non Io abbia similmente alla maggior parte della marina mercantile sarda. C'è da dire, infatti, che al contrario di quello delle bandiere di terra, il decreto riguardante le bandiere marittime, non fa menzione del bordo azzurro anzi, le autorità  competenti spediscono agli stati esteri disegni in cui non vi è; inoltreva detto che, in ogni caso lo scudo dovrebbe toccare il verde e il rosso lateralmente, ma per motivi di estetica e leggibilità , c'è chi lo stacca di più o di meno, o lo sposta sul verde, o chi mette il bordo azzurro; disordine questo, sanato solo successivamente da una circolare del Cavour nel 1851 con qualche strascico polemico. Dalla rappresentazione sui timbri, nella bandiera di Avenza lo scudo di Savoia è leggermente staccato verso il centro, motivo in più per ritenerlo privo di bordo in quanto, in caso contrario, secondo il Regolamento della Guardia Nazionale avrebbe dovuto toccare i colori laterali. Tratto dal libro "La Marina di Avenza tra Vele e Bandiere" di Pietro Di Pierro
Venerdì 03 Giugno 2011 | 3640 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Cultura/Ricette
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BASE PER CROSTATA (Pasta frolla) Kg 1,5 di farina Kg 1 di burro Kg 500 di zucchero gr 5 sale 12 tuorli 1 busta di vaniglia scorza di arancia e limone. Nicochef
Venerdì 03 Giugno 2011 | 3011 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Cultura/Ricette
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Kg 1 di Farina gr. 200 di zucchero gr. 200 di burro gr. 70 di lievito di birra gr. 10 di sale 6 uova gr. 50 di latte vaniglia, scorsa di arancia e limone Fare sciogliere il lievito nel latte con il sale. Fare una fontana con tutti gli ingredienti rimasti e impastare il tutto con il lievito sciolto. Lasciare lievitare la pasta per 1 ora circa, poi rimpastarla e tirarla con il mattarello all'altezza di 1 cm. Con gli appositi stampini dare la forma di bombolone (in mancanza della forma usare un bicchiere) e fare anche il buchetto interno. Farli lievitare per circa 40 minuti in una teglia leggermente infarinata e poi friggerli in olio di semi da ambo i lati. Passarli allo zucchero semolato e servirli belli caldi. Nicochef"
Venerdì 03 Giugno 2011 | 3013 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Cultura/Ricette
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"Prendere un salmone di 1 kg (fresco)e sfilettarlo. Far bollire 3 litri di acqua con 500 gr di zucchero e 600 gr di sale grosso, scorza di arancia, limone, chiodi di garofano, pepe in grani; lasciare raffreddare e mettervi a bagno il salmone. Tenere in frigo per 3 giorni. Scolare il salmone e tagliarlo a fette fini e oblique, adagiarlo su di un letto di rucola e finocchio; condire con salsa citronette (succo di limone e olio senza sale ) e melograno. Nicochef"
Venerdì 03 Giugno 2011 | 3173 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Cultura/Personaggi
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La domenica mattina, chiunque si trovi a passeggio lungo viale XX settembre ad Avenza, può notare un viavai di persone, tutte con in mano un pacchetto marrone: ecco il ricco industriale che sale sulla sua fuoriserie e appoggia l'acquisto sul sedile del guidatore; il ragazzino in bici lo colloca nel portapacchi, così come la bella signora, lo fa dondolare tra le dita laccate di smalto, come fosse una borsetta. Ma cos'hanno in comune queste figure, così diverse tra loro? Semplice: sono appena state alla Pasticceria San Marco! Il 3 dicembre del 1966, Cesare Cucurnia, titolare dell'esercizio, decise di dare una svolta alla propria carriera, aprendo il negozio, dopo aver maturato esperienza presso "Caflish", a Carrara. Probabilmente, allora, non avrebbe mai pensato di diventare un punto di riferimento per la colazione di molti carrarini, che prima di raggiungere il luogo di lavoro, si fermano per una sosta obbligata davanti alle famose paste appena sfornate, o ai croccanti salati. "Eravamo in due" - ricorda Cesare Cucurnia, ripensando agli inizi. Poi, quello che sarebbe dovuto diventare suo socio, per ragioni familiari, si tirò indietro, e a Cesare non restò altro da fare che proseguire da solo l'avventura. La "bottega", come la chiama confidenzialmente Cucurnia, avrebbe potuto chiamarsi "Pasticceria Cesare", in quanto era il nome sia suo che del suo "compare". Fu scelto, invece, "San Marco", in onore del patrono della città . Con l'impagabile appoggio morale e materiale della signora Lucetta (o Lucia, come è nota a molti), la pasticceria ha mosso così i primi passi nella realtà d'Avenza, con la preparazione dei primi banchetti, e feste private; per poi proseguire, come sappiamo tutti, con battesimi, comunioni, matrimoni e ogni tipo di celebrazione in cui si desidera festeggiare con prodotti di sicura qualità . Poco dopo le 5 del mattino, il personale della pasticceria (un totale di dieci persone) è già all'opera, pronto per sfornare i propri capolavori quotidiani a quei clienti che varcano l'ingresso fin dalle prime luci dell'alba, con la soddisfazione di chi sa come affrontare la giornata con qualcosa di buono. Oggi, che "la" San Marco è un punto di riferimento topografico per Avenza (Dove abiti? Vicino alla San Marco...), l'avventura è proseguita con l'apertura dell'omonima gelateria, curata da Roberto Cucurnia, che assieme al fratello Gianni (operante nel laboratorio), ha già ottenuto importanti riconoscimenti. Così, per concludere, esprimiamo gratitudine per tutti i peccati di gola che Cesare Cucurnia, con il proprio operato, ci ha concesso nel tempo; e contemporaneamente manifestiamo solidarietà  verso tutti coloro che soffrono "l'astinenza del mercoledì", giorno in cui la rinomata pasticceria gode del riposo settimanale. Ma si sappia: la delusione nel trovare il negozio chiuso è una delle principali cause di malumore nella nostra città ... di David De Filippi
Venerdì 03 Giugno 2011 | 3821 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione

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