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Cultura/Ricette
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Fare un fondo di cipolla bianca e olio, aggiungere le patate a pezzi e farle rosolare. Bagnare con brodo di carne e fare cuocere per circa 40 min.. Passare la crema al passatutto. Aggiungere alla crema il pesto (basilico, aglio, noci, pinoli, olio e poco prezzemolo). La crema dovrà risultare di colore verde forte. A parte far bollire i filetti di sogliola in acqua acidulata e sale, scolarle e adagiarle sopra alla crema di patate e pesto. Per guarnire un filo d'olio. In alternativa alle sogliole si possono gustare gamberi, scampi ecc. Nicochef
Venerdì 03 Giugno 2011 | 2017 hits | Stampa | PDF | E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
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Cultura/Ricette
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Dosi ed ingredienti: Kg.1 di farina dl.1 di olio di oliva, sale quanto basta, dl.2 acqua, kg. 2 di crescenza freschissima. Preparazione su tegame di rame; preparare gli ingredienti, formare un impasto con farina, versate un pò di olio d'oliva, il sale e l'acqua lavorate a mano(potrete farlo anche con l'impastatrice) sino a quando l'impasto risulterà morbido e liscio. Farlo riposare per circa 60 minuti in temperatura di circa 18/20g e coprire. Dopo aver lasciato riposare l'impasto per 60 minuti, dividete l'impasto per prelevarne un pane, tirarlo leggermente con il mattarello rendendo la pasta sottile. Mettere le mani chiuse a pugno sotto la sfoglia e, ruotandola, allargarla e renderla più sottile possibile. Appoggiarla sulla teglia di rame precedentemente oliata. Quindi deporre sulla sfoglia la crescenza in piccoli pezzi (una noce per pezzo) in senso circolare. Fare una seconda sfoglia molto sottile (quasi trasparente) con lo stesso procedimento della prima e ricoprire la teglia con la sfoglia di base già cosparsa di crescenza. Chiudere le estremità delle due sfoglie in modo che i bordi sovrapposti risultino ben saldati ed eliminare la quantità di sfoglie che fuoriescono della teglia. Con le dita pizzicare più punti della pasta formandovi dei fori di circa 1 centimetro. Cospargerla di sale ed irrorarla con olio d'oliva. Cuocere in forno alla temperatura di 270°/320° per circa 7/4 minuti. Il forno deve essere regolato in modo che il suolo sia più caldo del cielo del forno. La cottura sarà ultimata quando la focaccia avrà un colore dorato sopra e sotto.
Venerdì 03 Giugno 2011 | 1959 hits | Stampa | PDF | E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
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Cultura/Ricette
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Ingredienti: 300g. farina, 130.g olio, salvia, sale, olio per la frittura fichi. Impastare la farina con l'olio, un pizzico di sale e un po' d'acqua. Unire 4 o 5 foglie di salvia tritate finemente. Ottenuta una pasta morbida, stenderla ad uno spessore di 1/2 cm e tagliarla a rombi lunghi 12 cm. Friggerli nell'olio bollente e asciugarli dell'unto in eccesso. Servire queste focaccine con un cestino di fichi freschi
Venerdì 03 Giugno 2011 | 2062 hits | Stampa | PDF | E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
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Cultura/Personaggi
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Nato nel 1939, Giancarlo Bianchi è uno di quei personaggi che ha partecipato alla storia di Avenza, operando in qualità di barbiere fin dal lontano 27 giugno del 1951.Ancora ragazzino, iniziò l'attività raccogliendo la simbolica eredità del nonno (già barbiere in quel di Bonascola) dando le prime sforbiciate nella bottega avenzina di Giuseppe Guerra (detto "Gratton" per la sua mano non troppo delicata nel fare la barba). Il negozio si trovava dove ora è situato il bar gelateria "da Enzo", e lì Giancarlo operò fino al settembre del '59. Compiuti i vent'anni, rilevò l'esercizio di Edmondo Giromella, collocato in via Turati e tra gli apprendisti ricorda Alberto, ora a sua volta parrucchiere nel noto negozio nei pressi delle Poste. Capitolo importante nell'attività di Giancarlo Bianchi, venne scritto nel '66, con l'apertura di un vero e proprio negozio di parrucchiere da uomo, predecessore dei moderni saloni alla moda. Assieme al socio Franco Micheloni, si collocò in via Giovan Pietro, a pochi passi da dove oggi c'è la Cassa di Risparmio di Carrara e lì rimase fino al '71, dove trovò definitiva sistemazione (se non consideriamo un cambio di fondo che nel '91 lo ha spostato di qualche decina di metri) in via Toniolo. Direttore tecnico dell'ANAM (Accademia Nazionale Acconciatori Maschili) per oltre vent'anni, è stato vincitore di numerose gare e concorsi e fu il primo parrucchiere per uomo ad adottare l'idea del lavoro su appuntamento anche nei giorni feriali. Dal '91, assieme al figlio Moreno (attuale titolare del negozio, nonchè tifosissimo viola, a differenza del padre juventino), porta avanti quel mestiere che è così cambiato dal giorno in cui lo aveva intrapreso. Racconta infatti, come negli anni '50, il barbiere era considerato poco più di un manovale, distante anni luce dal concetto di artista di moda, qual è oggi. Resta, però, immutato il rapporto con la gente, della quale si diventa confidente e confessore, esperto di questioni di vita e di sport; perchè nel lavoro di parrucchiere, a contatto con clienti di vario tipo, se ne sentono davvero di tutti i colori! di David De Filippi
Venerdì 03 Giugno 2011 | 4291 hits | Stampa | PDF | E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
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Storia/Personalità di Avenza
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Nato ad Avenza il 13 maggio 1899, ucciso a Bosco di Corniglio (Parma) il 17 ottobre 1944, laureato in Economia e Commercio, Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.
Negli anni della giovinezza aveva militato nel Partito repubblicano. Nel 1926, quando s'instaurò la dittatura fascista, Menconi decise di lasciare i repubblicani, per continuare nelle file del Partito comunista la lotta contro il fascismo. Espatriato in Francia, Gino Menconi fu mandato per due anni alla "Scuola leninista" di Mosca. Tornato a Parigi, vi rimase giusto il tempo di entrare a far parte dell'apparato clandestino comunista, che lo destinò al lavoro d'organizzazione in Italia. Menconi, arrivato clandestinamente a Napoli, si mise subito ad organizzare la diffusione di fogli illegali come L'Operaio Bolscevico, La Scintilla, Falce e Martello. Finito nelle mani della polizia con un gruppo di altri comunisti napoletani e deferito, era il 1931, al Tribunale speciale, il dirigente comunista fu condannato a diciassette anni di carcere. Ne uscì, per amnistia, sei anni dopo, ma fu subito confinato nell'isola di Ponza che lasciò soltanto dopo due anni, per essere posto in libertà vigilata. Nel 1940, con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, nuovo arresto per Gino Menconi e nuovo internamento a Ventotene. Nell'agosto del 1943, con la caduta del fascismo, Menconi riacquista la libertà e riprende l'azione politica. Al momento dell'armistizio, il dirigente comunista si trova a Firenze. Vi organizza subito la lotta armata contro i nazifascisti e passa poi nel Parmense dove, nell'agosto del 1944, con il nome di "Renzi", diventa comandante della "Piazza" di Parma. Il 14 ottobre "Renzi" si reca a Bosco di Corniglio per una riunione di comandanti partigiani. Il 17, il gruppo è sorpreso, in seguito a delazione, da un reparto di SS germaniche. Menconi non riesce a mettersi in salvo. Spara sino all'ultima cartuccia poi, già gravemente ferito, lancia la sua arma contro i nazisti. I tedeschi lo catturano, lo adagiano su una branda che si trovava nel locale della riunione, ma non lo fanno per curarlo: legano al letto il ferito, lo irrorano di benzina e lo fanno morire tra le fiamme.
Mercoledì 12 Ottobre 2011 | 4394 hits | Stampa | PDF | E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
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Storia/Personalità di Avenza
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GIOVAN PIETRO (Giampietro) d'Avenza (da Lucca). - Nacque verso la fine del XIV o al principio del XV secolo ad Avenza, presso Carrara; è citato nei documenti anche come Giovan Pietro da Lucca. Il cognome Vitali, con cui è indicato da alcuni studiosi moderni, è frutto di un'errata lettura del patronimico nel testamento, "Iohannes Pierus quondam Pieri Vitalis de Massa", che può essere interpretato tanto come "di Piero di Vitale", quanto come "di Piero Vitale", meglio che come "di Pietro Vitali".
G. fu allievo di Vittorino da Feltre, alla cui scuola apprese il latino e il greco; F. Prendilacqua lo ricorda nella biografia del maestro con accenti lusinghieri: "summi ingenii, quo nemo rectius aut nostram aut Atticam tenuit elegantiam, diligentissimus latinitatis" (p. 95). Fu pure tra i discepoli di Guarino Veronese. Il Sabbadini lo identifica nello "Iampetrus", menzionato tra gli allievi del Veronese nella monodia in memoria di Manuele Crisolora composta dall'umanista triestino Raffaele Zovenzoni, anch'egli allievo di Guarino. Con maggiore certezza è lui il "Johannes Petrus Lucensis" ricordato tra i seguaci di Guarino nella Laudatio funebre composta da Ludovico Carbone; lo stesso Guarino compose un epitaffio nella sua morte (l'indicazione accanto al nome, "Zampetrus", della patria d'origine, Lucca, rende l'identità sicura), nel quale lo ricorda per la conoscenza delle due lingue classiche.
Nel 1445 G. era a Verona, dove si trattenne fino al 1450 o forse fino al giugno 1451. Di un insegnamento nelle scuole pubbliche di Brescia, dove sarebbe stato suo allievo Bartolomeo Uranio, notizia G. Liruti, ma non è confermato da alcuna fonte. Ben documentata è invece tale attività a Venezia negli anni tra il 1451 e il 1456.
Il 7 luglio 1446 il Maggior Consiglio della Repubblica di Venezia aveva deliberato l'assunzione di un maestro per istruire in grammatica e retorica i giovinetti che servivano nelle riunioni e nelle votazioni e l'altro personale della Cancelleria veneziana che lo desiderasse. Il 13 dic. 1450 fu nominato G., che successe a Filippo di Federighino da Rimini. A causa di un'infermità (la salute malferma lo afflisse per tutta la vita), G. non potè tuttavia prendere servizio subito: fu sostituito per un semestre da Francesco Diana e cominciò le lezioni solo nel settembre 1451. Rimase in carica fino al 1456, con lo stipendio di 100 ducati d'oro.
Martedì 18 Ottobre 2011 | 5023 hits | Stampa | PDF | E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
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Storia/Personalità di Avenza
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Alto prelato del 500, originario di Avenza. Giovanni di Galeazzo De Rossi iniziò la sua carriera ecclesiastica ad Ameglia di Romagna e, per le sue capacità riconosciute, fu chiamato a Roma dove dapprima fu cappellano della Cancelleria Apostolica, tra il 1539 e il 1543. In seguito, nel 1546, fu tesoriere della Dataria di Paolo III e, infine, dal 1550, tesoriere apostolico. Morto nel 1556 fu sepolto nella chiesa romana in Santa Maria sopra Minerva. Ha una strada dedica in Avenza (anticamente detta strada postale per Massa).
Scheda sintetica P. Di Pierro
Martedì 18 Ottobre 2011 | 4148 hits | Stampa | PDF | E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
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Cultura/Ricette
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1 Kg. di gnocchetti di patate ( chicche) 300 g. di calamaretti (puliti) 10 pomodorini di pachino (tagliati in 4) 70 g. di pesto alla genovese aglio tritato peperoncino in polvere brandy ( q.b.) olio extra vergine di oliva Mettere in padella a rosolare olio , aglio e peperoncino; aggiungere i calamaretti far cuocere per 3 minuti salare. Sfumare col brandy continuare a cuocere per 10 minuti aggiungere i pomodorini a meta' cottura e dell'acqua se ce ne fosse bisogno(il sughetto deve restare abbastanza liquido). Cuocere i gnocchetti in abbondante acqua salata saltarli in padella aggiungendo il pesto. postata da Stefano Calendi
Venerdì 03 Giugno 2011 | 2984 hits | Stampa | PDF | E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
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Cultura/Ricette
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500gr. di latte 200gr. di burro 300gr. di farina 8-10 uova noce moscata, sale, parmigiano Salsa Besciamella (1litro di latte, 60gr. di burro, 60gr. di farina, sale, noce moscata) Fare bollire il latte con il burro, il sale e la noce moscata aggiungere la farina e far cuocere per circa 7 minuti. Togliere dal fuoco il composto e quando sarà freddo aggiungere una alla volta le uova e amalgamare bene. Infine insaporire con parmigiano grattugiato. Far bollire l'acqua con sale grosso e con l'aiuto del sache a poches fare cuocere i gnocchi a cubetti di 2cm quando questi verranno in superficie toglierli e farli raffreddare in acqua ghiacciata. Colarli e adagiarli su una teglia con sotto la besciamella. Spolverare con parmigiano e cuocere in forno per 12 minuti a 180°. Servirli caldi. Per 12 persone. Nicochef
Venerdì 03 Giugno 2011 | 2827 hits | Stampa | PDF | E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
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Storia/Personalità di Avenza
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Guglielmo Borghetti (Avenza, 25 marzo 1954) è un vescovo cattolico italiano.
Biografia Dopo aver frequentato il liceo classico "Emanuele Repetti" di Carrara, ha conseguito la laurea in Filosofia, presso l'Università di Pisa, il Baccalaureato in Psicologia presso l'UPS. In seguito, è entrato in seminario, completando gli studi di teologia. La sua vocazione è nata e cresciuta nella parrocchia di San Pietro di Avenza, durante gli anni in cui parroco era mons. Cesare Gentili; è stato quindi ordinato sacerdote nella Cattedrale di Massa il 17 ottobre 1982 da Aldo Forzoni, vescovo di Massa, ed è quindi stato incardinato nella stessa diocesi. Nel suo ministero ha svolto i seguenti incarichi: è stato vicerettore e poi rettore del seminario diocesano; parroco della basilica cattedrale di Massa; dal 1993, direttore spirituale del seminario diocesano e contemporaneamente direttore dell'Ufficio diocesano per le Vocazioni; dal 1993 al 1996, vicario episcopale per la pastorale; dal 1997, parroco in Santa Maria della Rosa in Montignoso; dal 1999, preside dello Studio Teologico Interdiocesano "Monsignor Enrico Bartoletti" di Camaiore. Nel 2002 ha fondato, con il sostegno e l'autorizzazione dei vescovi dello Studio Teologico, l'Istituto Studi e Ricerche di Pastoral Counseling. L'istituto, oltre che fornire il servizio di consulenza alla vita consacrata, possiede anche una scuola triennale di formazione in Pastoral Counseling per operatori pastorali ed ha la sua sede legale ed operativa a Camaiore. È stato assistente spirituale dei medici cattolici della diocesi di Massa Carrara-Pontremoli, canonico della basilica cattedrale di Massa ed autore di vari articoli riviste cattoliche. Collabora inoltre come docente di "psicologia della personalità" con la scuola "Edith Stein" di Savona che ha come scopo istituzionale la formazione di educatori di comunità ecclesiali. Nel 2005 è stato nominato cappellano di Sua Santità ed il 13 giugno 2009 ha ricevuto l'investitura quale cavaliere dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. A partire da tale data ha svolto il ruolo di assistente spirituale della delegazione di Massa Carrara-Pontremoli. Conseguentemente alla nomina a vescovo è stato elevato al rango di Grande Ufficiale dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Il 25 giugno 2010 papa Benedetto XVI lo ha nominato vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello. Ha ricevuto la consacrazione episcopale il 15 settembre 2010 nella basilica cattedrale di Massa con l'imposizione delle mani da parte del suo predecessore, Mario Meini, ora vescovo di Fiesole, co-consacranti i vescovi Giovanni Santucci e Eugenio Binini; il 26 settembre ha preso possesso della diocesi. Dal 19 novembre 2012 al 10 agosto 2013 è stato chiamato a ricoprire anche l'ufficio di amministratore apostolico della diocesi di Grosseto.
Opere Guglielmo Borghetti, Educare. Per una pienezza di vita, Edizioni Chiesa Mondo, 2012.
Venerdì 10 Giugno 2011 | 4583 hits | Stampa | PDF | E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
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