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Cultura/Sport
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RUOLO DELLO SPORT DEL PUGILATO NELLA GIOVENTU' DEL DISAGIO ALESSANDRO LAMBRUSCHI Nato a Carrara il 27-11-1954 Diplomato ISEF il 14-12-1979 Insegnante di FISICA negli Istituti di scuola media 2°grado Laureato in SCIENZE MOTORIE presso l'università degli studi di Torino il 14-12-2000 Insegnante della Pugilistica Carrarese dal 1992 al 2000 Diploma di insegnante di pugilato conseguito ad Assisi il 4-6-1995 Formatore e docente della Federazione Pugilistica Italiana Responsabile regionale scolastico Federazione Pugilistica Italiana. Quando il mondo sportivo si propone di effettuare indagini, pensa quasi esclusivamente a indagini sulla pratica sportiva e sul numero dei praticanti. Ritengo che questo sia un limite culturale del mondo sportivo, che è un po' troppo chiuso in se stesso, troppo portato a rappresentarsi, piuttosto che a rappresentare; cioè a essere significativo per il contesto in cui vive. Occorre certamente indagare sui giovani che fanno sport, ma prima ancora occorre indagare sul mondo giovanile in generale: su come vivono, cosa cercano, cosa vogliono ...,e vedere se, e in che termini e quanto lo sport può rappresentare una risposta ai loro numerosi problemi. Lo sport oggi ha questo dovere e questa responsabilità , perchè non è più un fatto privato, ma è divenuto un fatto sociale di primaria importanza. Il mio intervento, vuoi essere un richiamo in questo senso, rivolto a tutti coloro che allo sport giovanile si dedicano con qualsivoglia ruolo, all'interno di qualsiasi organizzazione sportiva, Vuoi essere un messaggio e portare in queste sede una diretta esperienza di insegnante di pugilato, sottolineandone il forte valore formativo, educativo e socializzante di questo sport. All'ultima Conferenza Internazionale svoltasi a Roma sullo sport contro la droga, dove hanno partecipato numerose personalità della scienza, della politica, dello sport, sono emersi dati e indicazioni interessanti, si sono sfatati diversi tabù. Anche in quella sede si è parlato di sport, come rimedio, come possibilità di recuperare il giovane dalla strada, coinvolgendolo in una serie di attività alternative. Purtroppo nella nostra società, esistono ancora troppe contraddizioni; diciamo spesso ai nostri giovani di non chiedere aiuto alla chimica per la loro fatica di crescere, noi adulti che con quella chimica ci costruiamo ogni giorno maldestre stampelle per andare avanti: sonniferi per dormire, pillole per allontanare la depressione, prozac per essere velocemente felici, viagra per fare sesso.. Prima di chiamarsi extasy", la pasticca da calare, si chiamò a lungo empaty. Empatia vuoi dire stare dentro l'altro con afetto; sentire un contatto emotivo e profondo con qualcuno. Una capacità che si coltiva nel rapporto con i padri, ma che questi figli di padri chimicizzati sono costretti purtroppo a cercare dentro una pasticca in discoteca. Sono circa 700mila quelli che ogni anno in Italia, secondo alcune stime assumono pillole da sballo; per sentirsi buoni, felici, per sentirsi in pace con il mondo, con la natura, con il proprio corpo, per socializzare, per fare cose che da normale non avrebbe avuto il coraggio di fare. A questo punto vorrei portare un altro dato allarmante.., significativo, Oggi, in Italia, circa 1100 ragazzi ogni anno si tolgono la vita: cioè più di 3 ragazzi ogni giorno si suicidano, mentre atei 25 tentano di farlo.... Se questi sono i figli del benessere, è certo che tra essi circola un malessere profondo e diffuso. Quello che ci deve far riflettere è che questi suicidi non avvengono tutti nell'area della emarginazione, ma anzi, per la gran parte, avvengono proprio nell'area della cosiddetta normalità . L'emarginazione giovanile, come afferma il prof. Donato Mosella, ha cambiato volto, dimensione e qualità . Certo vi è ancora oggi l'emarginazione, diciamo classica: la povertà , la disoccupazione, la delinquenza, la tossicodipendenza; c'è però una marginalità  che non ha i caratteri aspri e duri di quella classica, ma quelli più deboli e diffusi della difficile quotidianità di vita della condizione giovanile. La nuova marginalità  è un disagio diffuso che deriva dal benessere, che non è stato ben utilizzato, che non è stato investito per aumentare cultura, per la crescita della persona e la qualità della vita. Non si è riusciti a trasmettere alle nuove generazione delle serie motivazioni di vita, e questa carenza questo vuoto è all'origine della noia giovanile di oggi, dei suicidi senza apparente motivo. I giovani di oggi si sentono più soli, hanno sfiducia nel futuro, in se stessi, nel mondo che li circonda, e hanno paura di cambiare da soli. I giovani di oggi sono i giovani dall'identità debole: si trovano ad affrontare ilproblema della definizione della propria identità in un mondo governato da adulti estremamente incerti sulla propria identità , inclini a proiettare sui giovani paure e incertezze personali, a loro volta spesso nutrite da un vissuto negativo del futuro. Ci si è finalmente accorti che l'adolescenza non è poi quel periodo spensierato che molti credevano. Si chiama prevenzione, l'arma per affrontare la nuova marginalità . La nuova marginalità  del disagio, del malessere diffuso, non si può combattere a posteriori, con interventi di recupero, ma deve essere affrontata in dimensione preventiva. La prevenzione si sta rivelando e diffondendo come la nuova cultura educativa del nostro tempo, sta diventando il nuovo nome dell'educazione, la parola magica. Ad una prevenzione "repressiva", intesa come la difesa dei "buoni" contro il pericolo rappresentato dai "deviati", che pure ha la sua funzione necessaria, deve farsi strada, come sostiene il prof. Renato Mosella ,una prevenzione "promozionale", che mira ad incidere sulle cause soggettive e individuali del disagio e dell'emarginazione, prevenendone lo stabilizzarsi. Prevenzione promozionale significa progettare, costruire quelle condizioni di vita che favoriscono lo sviluppo globale di tutta la personalità del giovane e di tutti i giovani. Significa non solo evitare esperienze che possono avere conseguenze negative durature nel processo di maturazione umana, ma anche accompagnare e anticipare processi positivi di crescita, offrirne gli strumenti adeguati, con una appropriata relazione educativa. Significa potenziare nel giovane l'esercizio della consapevolezza, dell'intenzionalità, della decisione, della progettualità , della coerenza verso livelli sempre più alti di maturità.
Venerdì 03 Giugno 2011 | 3629 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Storia/Storia di Avenza
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QUANDO AVENZA VOLLE IL PIEMONTE Il tentativo separatista dopo la cacciata degli estensi e dei gabellieri del dazio L'intensa giornata inaugurale di studio dell'Aruntica apertasi con la dotta prolusione di Loris J. Bononi priore dell'Accademia degli Imperfetti di Fivizzano e proseguita con la gustosa relazione su Danese Cattaneo del presidente dell'Accademia dei Rinnovati di Massa Duino Ceschi, Giovanni Fantoni, Labindo, di cui abbiamo succintamente riferito, ha annoverato numerosi altri interventi. Gli aspetti delle attività artigiane e industriali a Massa e a Carrara dal 1300 al 1500, sono stati evidenziati dal presidente della Deputazione di Storia Patria Paolo Pelù. Importanza notevole in particolare ebbero la lavorazione del ferro a Pomo e a Carrara l'industria marmifera con seguenti traffici e avvicinamenti anche culturali con altre città  tra cui Prato. Le controversie, davvero poco note, che per quasi un ventennio avevano accompagnato i progetti ferroviari sotto i Duchi di Modena sono state messe in luce da Marcello Bernieri. Tra insurrezioni popolari e il sogno di un collegamento a monte tra le due città  col traforo della Foce, la complessa vicenda si chiude con la inaugurazione nel 1862 del tronco com' è attualmente, con conseguente creazione del tratto Avenza-Carrara e della stazione di San Martino il cui nome ricorda la battaglia risorgimentale che vide l'eroismo di Domenico Cucchiari attivo protagonista di questa realizzazione. Cesare Piccioli ha illustrato con competenza i caratteri della vita culturale del primo novecento: la funzione vitalizzante del Ceccardi sul manipolo della Repubblica d'Apua di cui facevano parte poeti, artisti, politici dell'area versiliese (Ungaretti,Pea, Viani, Nomellini), lunigianese (De Ambris, Formentini) e carrarese (Vico Fiaschi, Caro), nonchè i vivaci rapporti del poeta ortonovese, col gruppo fiorentino di Papini e con D'Annunzio. Una stimolante domanda: Perchè il flusso vivificante della cultura ispirata da Ceccardo Roccatagliata Ceccardi si radiò in seguito in Versilia (si pensi al famoso quarto platano del Forte. e in Lunigiana, mentre venne meno a Carrara? A un episodio poco noto della storiografia locale mettendo in risalto la pace del 1353 che ebbe risonanza nazionale e legittimò la presenza della signoria milanese in Carrara e Avenza. Il tentativo separatista del 1848 di Avenza dopo la cacciata degli Estensi è stato illustrato da Maurizio Munda. Conscia della sua importanza strategica ed economica come scalo dei marmi, forse istigata da emissari liguri, Avenza si ribellò a Carrara che con Massa aveva chiesto l'annessione alla Toscana, e cacciati i gabellieri del dazio tentò invano di unirsi al Piemonte. L'attento recupero dei detti dialettali riferiti a episodi storici costituisce un'operazione di archeologia linguistica ristabilendo la perduta connessione degli stessi coi fatti che li hanno originati o a cui sono stati applicati. Un esame rigoroso di essi con metodologie socio linguistiche permette inoltre un'approfondita conoscenza della cultura popolare e interessanti verifiche di documenti e teorie storiche. Questo l'intervento di Rosa Maria Galleni Pellegrini. Corrado Lattanzi ha relazionato sull'attività  degli architetti-scultori carraresi nei secoli 1600 -1700. Grande è il salto di qualità  dell'artista locale grazie al mecenatismo dei Cybo Malaspina che favoriscono l'incre-mento culturale e sociale. Da Carrara emigrano valenti scultori che riescono a farsi apprezzare anche nella Firenze granducale (i Tacca), a Lanmarco Laquidara, presentando un raro documento, lo studio del Milani, sull'igiene sociale in Carrara alla fine dell'800, ha evidenziato la stretta relazione e interdipendenza tra medicina e società . La precaria situazione economico-sociale della popolazione di allora ebbe pesanti risvolti sulla salute pubblica , (grande l'incidenza di traumi anche mortali e di malattie dovute a carenze alimentari e professionali, cui si aggiunsero consumi di vino da Guinness dei primati) e costituì una delle cause dei fatti del '94. Giuseppe Borgioli ha tracciato un singolare parallelismo tra la complessa figura di Romolo Murri e quella di Alfredo Bizzarri. cattolico liberale, insegnante e giornalista. Aretino di nascita, carrarese d'adozione, nei primi del novecento organizzò e diresse il Circolo di San Ceccardo, una delle tante organizzazioni cattoliche sorte in Italia in seguito alla famosa enciclica di Leone XIII, da cui poi emerse il quadro dirigente locale del partito popolare. Poi la lettura affidata alla voce suadente di Giuliana Bianchi, di alcune liriche di Francesco Dolci, membro della rinata Aruntica . Mario Laquidara ha illustrato il periodo della dominazione viscontea in Carrara, Genova (Ponzanelli, Lazzoni), a Napoli (Baratta), realizzando un'osmosi culturale che porterà , con l'importazione di modelli particolarmente partenopei ad una svolta della scultura locale. Fonte: LA NAZIONE Mercoledì 28 Giugno 1995
Venerdì 03 Giugno 2011 | 4907 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Cultura/Dialetto
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I vari idiomi di Carrara in un cd di Cantarelli CARRARA. La città  assomiglia a un quadro dipinto dal tempo: ma i quadri sono parole che escono dalla tela e ci attraversano, parole che abbiamo dentro da sempre, senza saperlo. Sono colori, contrasti... gli stessi della vita. Con queste parole, il cantautore carrarese Renzo Cantarelli ci presenta Stede d'tela, ultima produzione discografica dell'artista nostro concittadino. Il cd, ora in fase di rifinitura, sarà  tra poco sul mercato e conterrà  12 inediti cantati nel nostro dialetto e frutto di una ricerca filologica di storie facenti parte della leggenda popolare. Da questo studio, sono nate canzoni ambientate nell'epoca storica della Carrara del Quindicesimo e Sedicesimo secolo, ma dai contenuti estremamente attuali. L'analisi di Cantarelli è approfondita e curata, soprattutto nella ricerca del dialetto più puro, al quale è stata affiancata un'attenta osservazione relativa alla provenienza dello stesso; nell'album, infatti, è possibile trovare brani in dialetto carrarese, così come in avenzino e marinello, idiomi simili, ma non uguali: la croza carrarina (croce), ad esempio, diventa «crocia» in Avenzino. Con la collaborazione di musicisti di livello nazionale, quali Vito Ulivi, Gianluca Minguzzi, Mario Ussi, Nillo Menconi, Pietro Bertilorenzi, ed Enrico Barbagli, sono state realizzate musiche con strumenti acustici, fatto che eleva ancor maggiormente la qualità  del lavoro svolto. L'intento del cantautore è stato quello di contrapporre, nei testi e negli arrangiamenti, l'anticlericalismo storico di Carrara alle tradizioni popolari, sempre fondamentalmente religiose. Da questa antitesi, nascono brani come «Madunina» che ricorda il 24 giugno 1495, quando Carlo VIII era in procinto di entrare a Carrara per saccheggiarla; la popolazione, spaventata e impotente, si rivolse con supplica all'immagine della Madonna dipinta nei pressi della porta Ghibellina, ponendo simbolicamente ai suoi piedi le chiavi della città , come a volergliela affidare. E Carrara, venne inspiegabilmente risparmiata dal saccheggio. Storie popolari, insomma, radicate nella nostra terra e nella nostra cultura, che Cantarelli presenterà alla fine di luglio presso i giardini di Casa Pellini ad Avenza, per poi divulgare la propria opera nei paesi della nostra città , con il preciso intento di coinvolgere la gente per un connubio tra musica e rappresentazione teatrale. Alcuni assaggi del brano, saranno presto a disposizione sul portale www.avenza.it, sempre particolarmente attento agli eventi culturali della nostra zona. David De Filippi
Venerdì 03 Giugno 2011 | 4342 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Cultura/Ristori
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Venerdì 03 Giugno 2011 | 3667 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Cultura/Ristori
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Fivizzano 13 - 54033 Carrara (MS) cell: 328 6759569 PARADISE BEACH Viale Colombo Cristoforo 68 - 54033 Marina Di Carrara (MS) tel: 0585 631482 RISTORANTE INTERNO 23 DI BONOLI MAXMILIAM Via Fivizzano 23 - 54033 Carrara (MS) tel: 0585 857681 RISTORANTE LO SCOGLIO DI ROSSI GIULIANO Via Rinchiosa 29 - 54033 Marina Di Carrara (MS) tel: 393 5906179 PIZZERIA LA TORRE srl Piazza Finelli 2 - 54033 Avenza (MS) tel: 0585 859601 ROMA Piazza Battisti 1 - 54033 Carrara (MS) tel: 0585 70632 UNIVERSO GRIGLIA PIZZERIA Vl. Vespucci 38 - 54033 Carrara (MS) tel: 0585 783032 VENANZIO Loc.Colonnata - 54033 Carrara (MS) tel: 0585 ZENZERO 29 RISTORANTE Viale C. Colombo 74 - 54033 Carrara (MS) tel: 0585 633148 RISTORANTE BELLEZZA Via Menotti Ciro 35 - 54033 Carrara (MS) tel: 0585 788862 Ristorante Bar Principe Via Parma 77 - 54033 Marina Di Carrara (MS) tel: 0585 785363 RISTORANTE BUBA DI GIUNTONI VALENTINA Viale XX Settembre 197 - 54033 Carrara (MS) tel: 0585 55339 RISTORANTE CICCIO DI GUELFI MARIO E C. SAS Viale Giovanni Da Verrazzano 1 - 54033 Marina Di Carrara (MS) tel: 0585 780286 RISTORANTE GANDHI CUCINA INDIANA DI HARMESH L. Ristorante Indiano Via Roma 17 - 54033 Carrara (MS) tel: 0585 779423 RISTORANTE IL CASTELLARO DI VECE SETTIMIO Via Monteverde 24 - 54033 Carrara (MS) tel: 0585 858908 RISTORANTE LA REPUBBLICA DI DEL PADRONE GIOVANNI E C. SAS Via Dei Corsi 65 - 54033 Carrara (MS) tel: 0585 634650 RISTORANTE LA RETE DI BONACCIO SALVATORE Viale Colombo Cristoforo 74 - 54033 Carrara (MS) tel: 0585 281689 RISTORANTE LA TAVERNETTA Piazza Alberica 10 - 54033 Carrara (MS) tel: 0585 777782 RISTORANTE LA TUGA Viale Vespucci Amerigo 20 - 54033 Marina Di Carrara (MS) tel: 0585 630078 RISTORANTE PIZZERIA CALASOLE DI BOCCHINI CRISTIANO Viale Colombo Cristoforo 78 - 54033 Marina Di Carrara (MS) tel: 0585 789102 RISTORANTE PIZZERIA FONTANAFREDDA SNC DI STORTI FRANCESCO & C. Via Sorgnano 26 - 54033 Carrara (MS) tel: 0585 74295 RISTORANTE PIZZERIA MARECHIARO S.A.S. 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Venerdì 03 Giugno 2011 | 4926 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Storia/Personalità  di Avenza
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E' stato un partigiano e politico italiano. Nato in una famiglia modesta (il padre e i cugini gestivano una cantina), già nell'infanzia sente parlare di Gino Menconi, di Gino Lucetti e di Stefano Vatteroni, stato vicino di casa dei suoi. I tre erano conosciuti per il loro orientamento e il loro impegno politico antifascista: Lucetti e Vatteroni erano già in carcere da anni, mentre Gino Menconi, diventato dirigente nazionale del Partito Comunista, era in giro per il mondo, per organizzare gli antifascisti esuli e fuorusciti e sarebbe stato arrestato di lì a poco, nel 1932, a Napoli, nel pieno della sua attività, durante un’ispezione. Finite le elementari, i genitori, visti i suoi buoni profitti scolastici, lo convinsero ad andare in un collegio di religiosi, a Collesalvetti per poter continuare gli studi. Anche l'esperienza del collegio contribuisce a farlo maturare, fino al punto che nel 1943, dopo l' 8 settembre diventerà partigiano; poco dopo il 17 agosto del 1944 nei pressi di Bardine di San Terenzo monti (SP), ad appena 17 anni, viene ferito e perde un braccio, nel primo scontro della Brigata Ulivi comandata da Alessandro Brucellaria detto Memo. Nello scontro il 16º battaglione delle SS tedesche composto da 17 militari perde 16 uomini mentre tra i partigiani cade Venturini e Vatteroni risulta l'unico ferito grave. Dopo la guerra sarà dirigente della sezione del PCI di Avenza, quella che porta il nome di Gino Menconi e membro di vari organismi provinciali. Frequenta la Scuola delle Frattocchie e sarà uno dei segretari di Luigi Longo, vicesegretario del PCI. Per il prestigio di cui gode anche grazie al conferimento della medaglia d’oro, l’ Associazione Nazionale Partigiani d'Italia avanza la proposta di una sua utilizzazione presso di sé. Sarà anche ininterrottamente membro dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci. Muore a Roma il 6 aprile 2008 all'ospedale San Camillo all'età di 86 anni. Il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano lo ha ricordato con queste parole: "Giovane studente, a soli diciassette anni Vatteroni aderì al movimento partigiano e combatté contro i nazifascisti con grande coraggio e passione civile, riportando gravi ferite e meritando la medaglia d’oro al valor militare. L’invalidità conseguita nella lotta partigiana non gli impedì di continuare nel suo impegno politico e civile, e il suo contributo alla difesa e alla valorizzazione del patrimonio della resistenza, alla tutela delle istituzioni democratiche e contro il terrorismo non sarà dimenticato." Avenza, 12 aprile 1921 – Roma, 6 aprile 2008)
Sabato 08 Febbraio 2014 | 3388 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Cultura/Sport
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La San Marco nasce nel 1927 per l'entusiasmo unanime di alcuni giovani, desiderosi di dare un'identità allo sport avenzino, fino ad allora piuttosto improvvisato. Del tempo dell'improvvisazione questi giovani ricordano anche qualche incontro vittorioso con la Libertas (progenitrice della Carrarese) in un altrettanto improvvisato campo da gioco: il "Renone" vicino al mare, tra il Carrione e il Lavello. Tra questi ragazzi figurano Romano Paglini, in futuro nota figura di imprenditore. Cesare Dentoni e Carlo Menconi, poi dirigenti della locale Pubblica Assistenza, Pino Volpi, figura completa di sportivo scomparso in un tragico incidente di cac- cia; a quest'ultimo sarà intitolato il campo sporti- vo dietro la scuola Finelli, in funzione fino agli anni '60. Con il tipico entusiasmo giovanile, per reperire i fondi, scrivono perfino a Mussolini e a Vittorio Emanuele, anche al Papa, che invia per l'occasione alcune corone del rosario, messe con successo in lotteria. Più tardi arriverà un altro prezioso dono dal già  blasonato Bologna: un corredo completo con maglie rosso-blu, tuttora "colori sociali". La San Marco sforna giovani talenti, qualcuno passa alla Carrarese come Luciano Tonarelli, che perirà nel bombardamento del maggio '44, e lo stesso Pino Volpi. Figura caratteristica è Ulisse Tenerani (Palmìn) che giocherà fino all'età record di 46 anni (esso stesso tra i fondatori).Da non dimenticare il popolarissimo Sergio Grassi, detto "Gengio", che passerà alla storia per il grido che indirizzava ogni volta prima del goal al portiere: "Mond'la" (sbucciala). Da ricordare gli incontri con la Carrarese svoltisi duranti i campionati 1960/61 e 1961/62 dilettanti prima categoria (siamo negli anni della crisi della squadra giallo-azzurra). L'ultimo derby si svolse il 18.2.1962 e si concluse con un dignitoso 0-0, considerato che la Carrarese in quell'anno vinse il campionato e la San Marco si classificò quinta. Da segnalare l'incontro amichevole del 25.4.1935 tra la Carrarese e la compagine avenzina vinto da quest'ultima con il punteggio di 2-1. Per la cronaca la prima partita di campionato, fu disputata con il Casteinuovo Magra nel 1928 e vinta per tre reti ad una dalla San Marco.
Venerdì 03 Giugno 2011 | 5232 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Cultura/Ricette
Autore:Administrator
Tagliare le zucchine a rondelle e farle rosolare velocemente in padella con un pò d'olio di oliva, salare e mettere da parte. In un'altra padella mettere la scaloppa di vitella precedentemente infarinata con olio e burro; fare rosolare velocemente da ambo i lati e salarla. Bagnare con vino bianco e lasciare evaporare. Mettere le zucchine sopra la carne e ricoprirla tutta, aggiungere alcune fette di taleggio un po' alta e cuocere in forno per 2 min. Servire ben calda con la salsa della scaloppa. di nicochef
Venerdì 03 Giugno 2011 | 2760 hits | Stampa | PDF |  E-mail | Dati non corretti? Inviaci la tua segnalazione
Cultura/Ricette
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ingredienti Kg. 0,500 di farina gr. 8 di sale gr. 10 di lievito di birra olio extra vergine di oliva acqua quanto basta preparazione Fare sciogliere il lievito in acqua tiepida. Disporre la farina a fontana, aggiungere il sale, l'olio extra vergine e il lievito sciolto nell'acqua. fare un impasto omogeneo e lasciare riposare per circa 30 minuti. Imburrare una teglia e mettere la carta da forno. Stendere la pasta e adagiarla sulla teglia. All'interno aggiungere dell'uva nera, con una spruzzata di zucchero semolato circa 100gr. Ricoprire con altra pasta e aggiugere sopra altra uva nera e zucchero semolato, una spruzzata di olio extra vergine e cuocere in forno a 180° per 40 minuti circa
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70. Stemma
Storia/Storia di Avenza
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Arme: scudo gotico antico Blasonatura araldica: d'azzurro al crescente montante d'argento. Vale a dire: il campo dello scudo è azzurro con una mezzaluna (che nella terminologia araldica è sempre chiamata "crescente") con i comi rivolti verso l'alto (in araldica l'aggettivo "montante" descrive questa posizione). Il colore bianco e il "metallo" argento coincidono. (Lo stemma è ereditato dall'antica Luni alla quale Avenza era legata fino al 1204. si trova sulla facciata della chiesa parrocchiale di San Pietro. In antico era simbolo di Diana. I colori sono stati ricostruiti "al naturale" e secondo l'uso follone dagli enti pubblici moderni che si rapportano all'eredità  storica di Luni). Decorazioni esterne: Lo scudo è accollato nel capo ad una fortezza al naturale mostrante due torrioni e inalberante sulla torretta centrale la bandiera italiana di Carlo Alberto. (La scelta della figura è data dal sigillo del "Governo provvisorio di Avenza" del 1848, quando Avenza si staccò da Carrara, dandosi in protettorato a Carlo Alberto rè di Sardegna, nelle vicende risorgimentali della prima guerra di indipendenza). Il tutto tra due tralci di ulivo e alloro decussati (incrociati) e legati con nastro tricolore. (I rami sono simbolo della cultura materiale della bassa Lunigiana) Al di sotto, su una lista bifida, la scritta latina AVENTIA con due sigilli rossi recanti le insegne dei santi protettori: le chiavi di San Pietro (titolare della chiesa madre) e il Icone di San Marco (patrono del paese). (il nome AVENTIA, dato al fiume oggi detto Carrione è la denominazione latina più antica, sostituita nel medioevo con Lavenza. I Santi protettori sono stati ereditati dalla tradizione religiosa Lunense). Drappo del gonfalone: Bianco con una cornice così formata: un doppio nastro giallo-rosso con al centro una sequenza di rami di spino fiorito legati da fiocchi rossi. (La scelta è motivata, per il colore, dalla regola araldica di seguire per i drappo il colore della figura, per il disegno, dalla bandiera usata alla fine del XVII secolo dalle imbarcazioni avenzine, data da Alberico II, appunto, bianca con la cornice formata dai colori e dalla figura araldica malaspiniana ma con, al centro, lo stemma dei Cybo Malaspina) In definitiva il gonfalone scelto dalla Circoscrizione comunale n. 4 - AVENZA- è la sintesi di simboli che rappresentano e raccontano la storia di Avenza attraverso i secoli. Disegni e relazione di Pietro di Pierro per conto della Circoscrizione n°4- AVENZA
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